Il fenomeno della mafia, drammaticamente urgente negli anni '80 e '90, all'epoca delle stragi e nel clima di volontà di riscatto nato subito dopo la morte di personaggi come Falcone e Borsellino, oggi sembra passato in secondo piano: la mafia non insanguina più le strade come prima, non compie più gesti plateali ed eclatanti e per questo sembra meno pericolosa di un tempo, quasi un fenomeno “secondario”, soprattutto in certe aree. L'inganno della mafia è proprio questo: farci credere che si sia ridimensionata se non addirittura sparita, ma soprattutto che non ci riguarda, che non ci tocca da vicino. È intorno a questo argomento che si è incentrato l'incontro del Progetto Legalità che il 16 maggio gli studenti hanno avuto con il Dott. Lorenzo Frigerio, giornalista, scrittore e coordinatore della Fondazione Libera Informazione, osservatorio nazionale per la legalità e contro le mafie e referente per la Lombardia dell'associazione Libera. Frigerio ha iniziato spiegando le origini della mafia, mettendo l'accento soprattutto sulle trasformazioni che, nel corso di due secoli, le hanno permesso di adattarsi ai cambiamenti della società, della politica, dell'economia e di radicarsi ben oltre i confini geografici in cui è nata, assumendo una portata internazionale. Il giornalista ha spiegato agli studenti che è importante fare informazione su questi argomenti perché il fenomeno mafioso tocca le vite di tutti noi agendo negli ambiti più diversi: traffico di droga, appalti, lavoro, ambiente. Ha proseguito, poi, illustrando le attività di associazioni come Libera, che da un trentennio diffonde una cultura di sensibilizzazione sul tema anche grazie ad eventi come quello organizzato ogni anno il 21 marzo, nonché il sacrificio di uomini che hanno lottato e dato la vita per combatterla. Alcuni studenti hanno raccontato l'esperienza dei campi di formazione e legalità che hanno fatto lo scorso settembre in Calabria, contribuendo così a rendere l'evento più sentito. Commosso è stato il ricordo di Vincenzo Agostino, recentemente scomparso, e della sua battaglia per scoprire la verità dietro la morte del figlio Nino.
Prof.ssa Laura Caniglia
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