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"CAMBIAMENTI CLIMATICI, MIGRAZIONI, DIRITTI DI OGGI E DELLE GENERAZIONI FUTURE” è l’argomento che la dott.ssa Quadranti Isolde, responsabile del Centro di documentazione europea dell’Università di Verona, ha  affrontato in tutte le classi seconde dell’Istituto Mantegna lunedì 27 e martedì 28 febbraio.

Partendo dalla visione di un video realizzato da studenti universitari “Costruire un’Europa verde e sostenibile”, la relatrice ha fatto riflettere gli studenti su come clima, degrado ambientale e catastrofi naturali interagiscano sempre più come fattori alla radice dei movimenti delle persone.
Si definiscono, infatti, migranti ambientali coloro che a causa di improvvisi o graduali cambiamenti ambientali, che colpiscono negativamente la loro vita o condizioni di vita, sono obbligati a lasciare la propria abitazione, temporaneamente o in modo permanente, e che si spostano in un’altra area del proprio paese o all’estero. Gli sfollati e i migranti climatici sono spesso invisibili, ma in crescita e presenti anche nei Paesi ad alto reddito. Gli effetti dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali hanno un impatto sproporzionato sui paesi a risorse più limitate , così come su gruppi svantaggiati: minoranze, donne e bambini. L’ UNHCR (“United Nations High Commissioner for Refugees”), cioè Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel report 2022 ha evidenziato che le persone che sono state costrette a fuggire per colpa di conflitti, violenze, violazioni e persecuzioni sono, per la prima volta, più di 100 milioni, ossia più di 1,5 volte la popolazione italiana e circa l’1 per cento della popolazione mondiale. E nel futuro? L’ IPCC (Climate Change 2022),gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico e la Banca Mondiale hanno stimato che  nei prossimi 30 anni oltre 216 milioni su scala globale potrebbero abbandonare le proprie terre e divenire migranti ambientali. Come conclusione la dott.ssa Quadranti ha posto agli studenti la questione del caso ipotetico di un cittadino dell’isola di Tarawa, nella Repubblica di Kiribati (atollo dell’Oceano pacifico del sud) che nel 2013 ha  richiesto  asilo alla Nuova Zelanda in quanto l’innalzamento dei mari causato dal riscaldamento globale rischiava di sommergere completamente l’isola dove egli viveva con la sua famiglia.
I ragazzi dopo essersi confrontati in gruppo e aver ipotizzato varie soluzioni sono stati condotti dalla relatrice alla soluzione del caso: “ Il governo della Nuova Zelanda riconosce la minaccia reale per le isole Kiribati a causa dei cambiamenti climatici, ma respinge la richiesta del sig. Teitiota e lo rimanda nel suo paese di origine in quanto non esposto ad un rischio imminente per mancanza di evidenza del fatto che il governo del Paese fosse stato carente nell’offrire protezione ai propri cittadini”.        
L’attività ha coinvolto gli studenti suscitando interesse e curiosità.

Prof. Tiziana Piva

 

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