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Dal 23-25 maggio si è tenuto a Catania il “G7 dei giovani”, dove ragazzi e ragazze  provenienti da scuole di tutta Italia hanno dovuto portare a termine un compito molto importante: ci è stato chiesto un confronto sulle grandi sfide che interessano la nostra società e di trovare soluzioni efficaci da applicare nel breve periodo.

Per chi di voi non dovesse sapere cos'è il G7, si tratta dell'incontro tra le 7 potenze economiche più grandi del pianeta: Usa, Canada, Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Giappone.

Durante questi 3 giorni siamo stati divisi per commissioni, ognuna con un tema differente; a noi è stato assegnato quello della “Human Mobilty”, in pratica dovevamo prendere decisioni riguardanti la delicatissima questione dei flussi migratori che dall'Africa arrivano in Europa. Ogni coppia rappresentava una nazione e doveva avanzare proposte, esposizioni e contestazioni  in linea con l'orientamento politico dello stato, senza lasciarsi influenzare dalla propria opinione personale. Io e Amanuel Betru (3BR) rappresentavamo il Giappone mentre per l'Italia le portavoci erano Valentina Mossini (4BR) e Hetti Tharushi (3BR).

Le dinamiche di svolgimento sono state molto simili a quelle applicate durante il vero G7: dovevamo rispettare una rigida etichetta.  Durante le sessioni  si poteva parlare solo ed esclusivamente in lingua  inglese, usare frasi specifiche  per richiedere una pausa, fare un intervento o una critica e avevamo l'obbligo di indossare giacca e cravatta nonostante il caldo torrido di Catania.

Il primo giorno siamo stati formati sulle procedure, dopodiché sono iniziate le  sessioni di lavoro che si tenevano sia alla mattina che al pomeriggio. Abbiamo dibattuto, stretto alleanze, cooperato e alla fine abbiamo votato per redigere un documento unico per tutta la commissione, che è stato poi presentato con quelli delle altre commissioni  al G7 “dei grandi”.

E' stata un'esperienza unica e molto istruttiva, sia dal punto di vista formativo, sia da quello personale poiché abbiamo avuto la possibilità di conoscere tanti ragazzi e ragazze fantastici;  abbiamo lavorato in modo pressante, ma alla fine siamo stati tutti molto soddisfatti del risultato.

Grazie di cuore alla scuola e al MIUR per l'opportunità che ci hanno dato.

Se qualcuno di voi dovesse avere  una conoscenza discreta dell'inglese e tanta voglia di darsi da fare e mettersi in gioco, allora vi consiglio di partecipare alla prima occasione, non ve ne pentirete!

Parazzoli Ivan  (4AR)

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