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Sabato 17 maggio la classe 1BE, accompagnata dalle prof. Elisa Masotto e Valeria Vecchi, con l’esperta dell’istituto di Storia Contemporanea, Giorgia Giusti, ha effettuato un’uscita a Mantova dedicata alla scoperta dei luoghi legati alla Seconda Guerra Mondiale, alla Resistenza e alla Shoah.
 
La prima tappa del percorso è stata l’argine di San Nicolò, dove è iniziata una riflessione sul valore della memoria nella quotidianità e su come gli spazi urbani siano stati testimoni silenziosi di eventi drammatici.
Abbiamo proseguito poi per via Govi, e raggiunto la Sinagoga Norsa-Torrazzo, importante centro religioso della storica comunità ebraica mantovana. 
Il cammino è continuato in via Calvi, fino al cuore del ghetto ebraico, che si estendeva anche nei pressi di piazza Sermide. Qui, la prof. Giusti ha spiegato come il ghetto fosse un luogo di segregazione imposta, ma anche di resistenza quotidiana e di tenace sopravvivenza culturale.
Gli studenti hanno osservato le architetture e riflettuto su come lo spazio urbano possa conservare tracce visibili e invisibili del passato.
Successivamente, la visita alla Biblioteca Teresiana ha offerto un momento di riflessione sulla Shoah e sugli ebrei mantovani deportati. Sono stati visionati documenti, testimonianze e oggetti legati ai deportati.
In via Principe Amedeo abbiamo conosciuto, attraverso la targa, la figura di Giuseppina Rippa, uccisa dai nazisti per aver dato cibo ad un soldato prigioniero.
In seguito siamo arrivati alla pietre d’inciampo dedicate alla famiglia di Luisa Levi, incastonate nel marciapiede come piccole ma potenti testimonianze di una memoria viva. Esse hanno generato un’emozione profonda in molti di noi. L’uscita si è conclusa ai Giardini Nuvolari, davanti al monumento ai Caduti. I ragazzi hanno condiviso le proprie impressioni, sottolineando l’importanza del conoscere per non dimenticare, e del ricordare per costruire un futuro più consapevole e giusto.
 
Questa esperienza ha lasciato un segno profondo in tutti noi, che hanno vissuto la storia non solo come disciplina da studiare, ma come memoria viva, ancora presente nei luoghi e nelle persone. 
 
Supreet Kaur


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